Sul bollettino di questa settimana
Dalla Domenica di Lazzaro alla Domenica delle Palme
Prepariamo i “Giorni santi”
Di fronte alla morte dell’amico Lazzaro, Gesù si presenta come “la risurrezione e
la vita”. La speranza cristiana si fonda nella Pasqua di Gesù: davanti alla morte,
dove tutto sembra finire, si riceve la
certezza che, grazie a Cristo, alla sua
grazia che ci è stata comunicata nel
Battesimo, «la vita non è tolta, ma
trasformata», per sempre.
La Settimana Autentica, la settimana
santa ambrosiana, che inizieremo
Domenica prossima, ci invita a
celebrare i misteri pasquali che fondano
la nostra fede e la nostra speranza.
Per prepararci a questi “giorni santi”
riportiamo l’introduzione del nostro Arcivescovo Mario Delpini al sussidio che la
diocesi ha predisposto per accompagnare le celebrazioni secondo il rito
ambrosiano.
La passione e la risurrezione di Gesù sono il dramma di un individuo, il Figlio di
Dio divenuto uomo che accetta, per fedeltà al modo con cui il Padre ha voluto
rivelarsi in lui, di vedere smentita, secondo le logiche umane, la sua pretesa
messianica e riceve dall'alto, dal Padre stesso, il sigillo della sua vittoria. Ed è
anche il luogo in cui giunge al suo vertice il dramma della salvezza per l'intera
umanità, che da quel momento in poi non dovrà più aspettare nessuna vera novità
per la sua storia, se non la piena manifestazione nella gloria di ciò che è già
avvenuto nella Pasqua del Figlio.
Ma dentro la vicenda pasquale c'è anche una varia umanità, una galleria di
personaggi implicati più o meno direttamente a diversi livelli emotivi: i discepoli
del Maestro di Nazaret, il Sinedrio ebraico, i soldati romani.... E c'è la folla, la
massa indistinta delle persone che a più riprese e in diverse modalità è coinvolta o
interpellata: il popolo che, sobillato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, chiede
la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù; le donne che, mentre Gesù
sale verso il Golgota, si battono il petto e fanno lamento su di lui; la folla che ripete
lo stesso gesto dopo aver assistito allo "spettacolo" della croce, pensosa su quanto
è accaduto...
Ecco, rivivere la passione di Gesù significa essere presi dentro questa vicenda di
dolore e di salvezza, di crudeltà e di estasi indicibile di gioia, e prendere posizione.
Il sussidio offerto ai fedeli non vuole semplicemente consentire di seguire con
maggiore attenzione e concentrazione della mente le affascinanti e complesse
liturgie della Settimana Autentica e favorire una
migliore appropriazione personale dell'abbondanza
di testi proposti alla nostra fede; esso porta con sé
la speranza di poter guidare i fedeli ambrosiani
dentro il dramma della passione e risurrezione di
Gesù, fino a identificarsi con l'umanità che vi è
coinvolta o che vi assiste, e a scoprire che di fronte
a una storia come questa non si può essere
semplicemente spettatori, che le azioni, le reazioni,
i sentimenti narrati dai Vangeli sono anche i nostri
e ci rivelano a noi stessi davanti al dramma della
nostra storia personale e del senso che intendiamo
dare alla nostra esistenza.
In queste pagine c'è l'essenza del nostro essere uomini e donne, che l'umanità del
Figlio di Dio illumina nel mistero della sua radicale obbedienza alla sapienza del
Padre, e c'è l'amorevole memoria della Chiesa, che da quel dramma pasquale è
stata generata e ha cercato e curato le parole e i gesti attraverso i quali quella
vicenda di salvezza potesse essere narrata a tutte le generazioni, in modo che la
sua forza e la sua luce potessero consolare i credenti fino alla venuta del «Figlio
dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio».
+ Mario Delpini, Arcivescovo di Milano