Con la festa dell’Oratorio accogliamo ufficialmente don
Alessandro Foti, nuovo vicario per la Pastorale Giovanile della
nostra comunità, a lui la parola:
| Sono don Alessandro, ho 25 anni e sono nato e
cresciuto a Milano, dove ho frequentato la parrocchia
di Sant’Ambrogio, che è stata, insieme al suo oratorio,
il luogo in cui fin da piccolo ho imparato a credere in
Cristo e a vivere da cristiano. Il cammino che mi ha portato a maturare la vocazione sacerdotale è cominciato durante l’estate del 2011, quando ero tra la seconda e la terza media. Allora, un brano di Vangelo, ascoltato durante una Messa in montagna con il gruppo dell’oratorio, è stato come una freccia che mi ha colpito il cuore: “Venite a me - dice Gesù - voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Il Signore si proponeva come mio amico e maestro: questa cura così gratuita e amorosa mi ha spinto a interessarmi tanto di Lui. |
Quell’estate cominciai a leggere il Vangelo, a pregare il Rosario, e, da
settembre, ad andare a Messa quasi tutti i giorni, anche grazie
all’incoraggiamento che mi era venuto dall’ascolto di una testimonianza della
mamma del beato Carlo Acutis, che era morto da soli cinque anni. Da quel
momento, pur con alti e bassi e tante difficoltà, l’Eucaristia, la Parola di Dio e la
Vergine Maria sono stati i miei più grandi tesori.
Era iniziato – solo per la misericordia di Dio – un percorso di fede che,
negli anni seguenti, anche grazie al mio don dell’oratorio, da cui andavo a
confessarmi, è diventato sempre di più un percorso di discernimento della mia
vocazione. La partecipazione all’Eucaristia, l’approfondimento della conoscenza
di Cristo e il servizio ai più piccoli in oratorio hanno alimentato in me il desiderio
di donare tutta la vita al Signore perché Lui fosse più conosciuto e amato anche
dagli altri. Non sono mancate le difficoltà e i momenti di dubbio, ma tutto è
servito per irrobustirmi e prepararmi a donarmi a Dio, pur con tutte le mie
debolezze e fragilità.
Non posso non esprimere la mia immensa gratitudine per l’attenzione
quotidiana che ho ricevuto dal Signore, anche attraverso tutti coloro che si sono
presi cura di me. Ora, poiché “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35)
sono stato mandato qui a Muggiò per donare agli altri, a voi, tutto quello che mi
è stato dato da Dio. Spero e chiedo alla Madonna di non donarvi nient’altro che
ciò che ricevo da Lui, perché, come diceva Benedetto XVI, “Dio è la sola ricchezza
che gli uomini desiderano trovare in un sacerdote”.